L’esperimento dei cassoni, per gli orti, che ho iniziato scorso anno, ha funzionato in parte. Il lato estetico sicuramente. Dalla veranda si gode di una vista sulle verdure colorate che apre il cuore e anche lo stomaco. Anche il risparmio idrico è stato un successo, rispetto al campo aperto. Però alla semina di quest’anno ho progettato di apportare alcune migliorie tecniche.

Avevo già approcciato la coltivazione con il metodo della pacciamatura, a livello teorico. Mi ero studiato bene il sistema e i vantaggi, ma non l’avevo poi applicato, pensando che la costruzione dei cassoni in tufo fosse già un passo avanti.

Invece ho capito che la pacciamatura potrebbe essere il vero salto di qualità. In pratica, consiste nel coprire con teli in polipropilene il terreno, praticare dei tagli regolari in cui inserire le piantine e infine coprire il tutto con la paglia. Questo sistema consente al terremo nei cassoni, già opportunamente concitato con stallatico a lento rilascio, di mantenere la giusta umidà e temperatura per la crescita delle piante. Il sistema irrigante è stato posto al di sopra dei teli, con appositi bocchelli che portano l’acqua a ogni singola piantina. Così dovrei poter ottimizzare ulteriormente il consumo idrico. La copertura con la paglia o il cippato preserva i tubi e il terreno dal calore eccessivo e regala un aspetto premium che neanche ci fosse un un designer dei giardini a occuparsene.

Il telo evita la crescita di erbacce e infestanti, lasciando tutto il nutrimento intatto per le colture. E sotto i lombrichi continuano a svolgere indisturbati il proprio lavoro nel terreno.

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