Lavori in corso nel mio terreno (sì, ancora. Non è un hobby, insisto, è un lavoro). Si preparano le piante per affrontare l’inverno, che non si sa proprio come sarà. Il meteo 2018 è stato davvero anomalo e non ha fatto bene ai raccolti. Le piogge intense hanno danneggiato parte della costa, ma i terreni interni hanno preso il lato positivo, l’acqua. Ho avuto la conferma di aver fatto le scelte giuste, anche quando sono state “pure e dure” come si dice. Niente chimica e niente “bombolatura” del terreno. Se sia un termine tecnico o tecnico-dialettale non mi è ancora chiaro. In pratica consiste nel ripassare il terreno con pesanti rulli in ferro. Il risultato finale è che il mio terreno ha drenato l’acqua in modo perfetto, senza lasciare allagamenti mentre, al contrario, altri nella mia zona hanno le piante immerse in profonde pozze fangose. Sicuramente ogni tecnica ha pro e contro, ma io mi sento in ordine, quando vedo la mia terra rossa e grassa, l’erba verde brillante, le farfalle e le piante rigogliose. Sono un semplice, alla fine. Ma sulla qualità non cedo, nè come agricoltore, nè come chef.

La squadra di uomini sta lavorando alla raccolta delle ultime olive, cadute nelle ere, che saranno destinate alla valorizzazione (un giro di parole per dire che saranno vendute e il ricavato servirà a finanziare parte dei lavori necessari). In giornata saranno anche recisi i succhioni, alla base degli ulivi. Questa è la preparazione per i lavori invernali veri e propri: potatura delle piante (quest’anno mi tocca) e seguente rullatura del terreno.

E poi se ne riparla a primavera.

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