Arriva dicembre e arrivano anche le richieste di cene private e piccoli eventi aziendali. Da anni ho scelto di fare una selezione e di accettare solo le cene private che hanno, per me, un particolare valore umano. Non perché abbia tutte queste richieste da soddisfare, ma perché ho capito che posso dare il meglio di me, parlare la mia lingua ed essere capito.

Con uno dei miei amici/clienti più affezionati, di cui non svelo il nome, per non rovinare la sorpresa, il brief è stato chiaro e semplice: ” fai tu”, più eloquente, invece, il mood: “classico”. Sembra incredibile, ma ho capito esattamente dove si vuole arrivare.

Sono i dettagli organizzativi della serata, la location, il numero degli invitati a richiedere una organizzazione ferrea e un menù adatto.

Io consiglio sempre la cena placé, anche in casa privata. E’ più ordinata e anche più sostenibile per il committente, in termini di materie prime e suppellettili.

Il punto di forza di queste serate è senz’altro cucinare davanti agli ospiti, dialogando con loro, coinvolgendoli con tutti i sensi. Intanto la vista, vedere che non ci sono segreti, poter vivere il dietro le quinte, le materie prime, le fasi se non di tutta la preparazione, ma almeno dell’impiattamento, i profumi dolci degli intingoli, quelli più acri delle carni o quelli pungenti dei pesci e poi gli assaggi, i commenti, le domande. E’ una gran bella esperienza.

Per il main sto pensando a un rollé di carne bianca con mele e melograno…

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