Inverno decisamente alle porte. La natura non aspetta, ha i suoi ritmi e i suoi tempi. In questi 9 anni ho imparato come gestire il terreno, a prezzo di errori, che mi sono costati cari, in termini economici, ma quel che è peggio, perdendo o sprecando parte del raccolto, delle piante, arrivando troppo lungo con le potature. Viste da fuori, sembrano piccole cose, stizza di chi si cura il giardino e poi si trova con delle piante morte. Ma la verità è che il mio terreno è ben diverso da un giardino. Ogni pianta rappresenta un reddito potenziale, un tassello del mio lavoro attuale e, soprattutto, futuro. Ogni errore si traduce in un segno meno, che in un bilancio non è mai un bel vedere.

Gli errori però sono anche esperienza, di quelle che non si dimenticano! Ho passato quasi tutto novembre in Puglia a occuparmi della mia terra.

Ho potato le piante del piccolo frutteto, raccolto e ripiantato i carciofi, creando una vera carciofaia, delimitata da tufi, ho estirpato le vecchie piante, ormai marcescenti dai cassoni degli orti, li ho concimati con il con il compost e così resteranno fino a primavera, a riposo, per rigenerare il terreno.

Per questo inverno dovrei essere più o meno a posto. È stata una gran fatica fisica, ma estremamente rigenerante per il cervello e per la psiche, per l’equilibrio psico-fisico.

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