ll 2018 si configura già come l’annus horribilis per l’olio italiano. Sarà poco, dicevano gli esperti in estate. È poco. È arrivata la conferma. Il meteo della passata estate è stato davvero anomalo, troppo umido, pioggia eccessiva nella stagione in cui di solito il sole è cocente e il clima secco. In termini pratici si traduce in una maturazione precoce dei frutti oleari e quindi in una raccolta anticipata.

In 6 anni è la prima volta che raccolgo il 27 ottobre. Se le olive dovessero cadere a terra, la contropartita sarebbe un aumento di acidità eccessivo, dannoso per la qualità del prodotto finito.

Però ce l’abbiamo fatta. La squadra di Nicola ha realizzato le ere sotto le piante ormai un mese fa e oggi mentre il sole spuntava in una giornata davvero pregna di umidità trattori e scuotitrici hanno iniziato il loro spettacolo. E quintali di olive a fine mattina giacciono nelle ceste, pronte per il loro viaggio verso il frantoio. Ora l’inizia l’attesa, quella vera. Sarà poco, ma buono? Sono fiducioso, perchè le olive raccolte sono meno del solito, ma qualitativamente perfette.

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