La settimana milanese è stata piena di belle cose, le serate con gli amici, le conferme di lavoro e – sorpresona che mi ha riempito di orgoglio – il mio faccione appeso in sala riunioni da On Air! Tra queste metto anche la scoperta del Balafon, piccolo bistrot africano, dove mi ha portato l’amico Hayato.
Il Balafon è dominato da colori, quadri e sculture africane, con tavoli vestiti di nero, a ribadire il concetto. In sala la mamma, in abito lungo e tessuto tipicamente africano, ma italiana da 30 anni e, in cucina, il figlio, giovane con un enorme sorriso. È questa a ricetta del bistrot, in zona città studi/lambrate, che offre una formula semplice, per fare un salto temporale nel cuore dell’Africa sub sahariana. Il piatto è unico, con carne di manzo, pollo o pesce persico, a scelta. Si aggiunge riso o cous cous e poi si sceglie una salsa a base verdura, che connota i diversi paesi: il Mafe maliano o il piccante zighini eritreo, ma poi c’è anche un curry mild, con latte di cocco e altre opzioni di diversi paesi. Si innaffia il tutto con birra alla banana, al cocco o alla palma, ma esistono anche birre non aromatizzate. Intrigante è il succo di zenzero fresco. I piatti sono ben eseguiti, con materie prime fresce, tanta verdura e un bel bouquet di spezie. Si aggiinge, a chiudere, una bella atmosfera creata dalla simpatia dei prorietari. Presto tornare. Dopo J’s Hiro, il Dawali e la Collina d’oro, eccolo 4* posto, nella top 5 dei miei ristoranti etnici del cuore (che sta molto vicino allo stomaco).