Un nuovo evento preparato, un nuovo tavolo allestito, un nuovo mal di schiena quasi archiviato. È un aperitivo che ho preprato ieri per un cliente storico: l’Istituto Italiano Imballaggio. Ma ciò che rende questo lavoro ancora più importante è che l’evento è stato gestito in collaborazione con altre due importanti associazioni nazionali di costruttori di macchine per l’industria, come Ucima e Anima, che per me sono stati una nuova esperienza.

L’evento era una presentazione di un prodotto editoriale. Seppure fosse di natura ben più tecnica che glamour, la stagione e il numero degli invitati mi ha permesso di fare un allestimento semplice, ma elegante. Erano solo 50 persone per un cocktail, alle 17.30. Ho servito prosecco freddo – le bollicine fanno subito festa – e tanti analcolici colorati – che fanno festa e salvano i punti della patente agli ospiti che si metteranno in viaggio a fine evento. Ho accompagnato con finger food. Il menù prevedeva i mini quiche di pasta di pane con verdure e ricotta e un misto di samosa e fagottini di pasta phillo con vari ripieni e salsa di soia, a smorzare le spezie. E una varietà di focaccine farcite, per accontentare anche i palati più nazionalisti.

Per questo cliente ho spesso realizzato allestimenti usando il packaging. Questa volta ho scelto di servire cibo che ricordasse il packaging, nella forma e che, come un imballaggio, contenesse del cibo. E per valorizzarlo, ho usato i miei piatti e i vassoi antichi per l’allestimento e il servizio.

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