IL PANINO ITALIANO. ACCADEMIA E FONDAZIONE

Alla presentazione della Fondazione Accademia del panino Italiano: scuola di cucina del.panino, centro culturale e magazine, tutto dedicato al made i Italy del panino. Il panino è uno dei trend di consumo laddove i driver nel food sono velocità e qualità. I numeri del consumo nel mondo sono impressionanti. Quello che manca, in Italia, è la capacità di proteggere il vero made in Italy. Il presidente Antonio Civita è anche il titolare del brand “Panino Giusto”. 

L’evento di presentazione prevede un video molto ben girato, dedicato a territorio, maestria e creatività e un parterre di relatori tra cui il Prof. Alberto Capatti, intervistato dal gastrosofo Alex Revelli Sorini. Il succo del discorso è, secondo Capatti, il fatto che il.panino è un cibo che cresce.

Si prosegue con un’intervista al “panettiere” per antonomasia Davide Longoni. Si conclude con Aldo Colonnelli, nome di spicco del design italiano. Il momento che attendevo di più è stato.l’intervento dello chef Claudio Sadler, che ho servito qualche anno fa quando seguivo il progetto di un’enoteca sui navigli e spesso veniva a mangiare un boccone da noi. La sua passione per i panini adesso mi è chiara. 

Per chiudere si tiene un intervento relativo al magazine. E chi lo dirige? Ma che domande! La food-xpert Anna Prandoni. 

DI VERNISSAGE E ALTRI EVENTI. NEOVISION.

Dicembre si è inaugurato con un vernissage, che ho curato per le Cliniche oculistiche Neovision, che si stanno espandendo, in modo capillare, sul territorio milanese. Dopo mesi di progetti, idee, ipotesi di e riunioni con Emanuela Gardella Palmieri, questa fine anno ha portato un bel progetto per entrambi. In qualità di marketing manager ha curato il lancio delle cliniche del gruppo e il vernissage della sede di Corso Vercelli. Con Ilaria, la mia collaboratrice, abbiamo cucinato senza sosta per allestire due momenti food&beverage durante l’evento inaugurale. Per merenda abbiamo proposto mini tartellette alla crema di marroni guarnite con ribes e offerto ai visitatori sacchettini con biscottini misti al burro, cacao&sale e alle nocciole intere. Per l’orario dell’aperitivo abbiamo proposto un mini giro del mondo gastronomico in finger food. Dall’oriente un tris di fagottini piccanti e speziati, con salsa agrodolce (spazzolati in meno di mezz’ora… si vede che non sono piaciuti….), poi ancora più a est con roll giapponesi in salsa di soia, e poi siamo arrivati alle nostre latitudini con mini quiche in 3 varianti, olive ascolane e arancine di riso. E per dissetare Prosecco Valdobbiadene, che le bollicine fanno sempre festa e fuori era già un tripudio di luci Natalizie. Con Emanuela e con i titolari si è creata subito una forte sintonia, che è l’unico ingrediente che non si può comprare, ma che fa, di un evento qualunque, un evento da ricordare. 

SQUADRA CHE VINCE NON SI CAMBIA. LOVE IN PARIS.

Squadra che vince, ma anche progetto che funziona, non si cambia. A novembre a Parigi va in scena il packaging. Due anni fa ci siamo fatti notare con un allestimento di food design e abbiamo coinvolto i visitatori della fiera con degli assaggi un po’particolari. Foglie edibili, coni salati con finti gelati di chevre e fois gras. A questa edizione tocca di nuovo stupire, ma lavoreremo su temi diversi. Sostenibilità e packaging come strumento di prevenzione dello spreco alimentare sono i due issue su cui focalizzarsi. Sto pensando di proporre alimenti essiccati e liofilizzati in packaging richiudibili. Questa funzione, a mio modo di vedere, è un must per utilizzare la quantità di prodotto che serve, e poter conservare al meglio il prodotto restante. La tecnologia ci viene incontro come operatori professionali e come cuochi casalinghi. Ci saranno anche delle preparazioni e delle mini degustazioni. Dal 14 al17 novembre a All4PaCK, Hall 7, Parigi.

BARI, LEVANTE. E LA FIERA.

Vuoi passare da Bari e non fare uno stop over alla fiera del Levante? Sabato c’erano la Barba in cucina, il Presidente del Consiglio Renzi, una corte di varie autorità e circa un altro milione di visitatori. Mi è chiaro il dato diffuso, per cui tra ricavi diretti e indotto, la fiera del levante ha generato, in questa 80esima edizione, circa 13mio euro. La manifestazione promuove i contatti tra aziende del mercato del bacino del Mediterraneo e dell’Europa dell’est. Il mio interesse si è concentrato su spezie e oggetti per cucina e arredo della tavola, specialmente etnici, schivando l’allagamento dei padiglioni, mentre fuori imperversava la tempesta perfetta e a Milano si moriva di caldo. C’è qualcosa di stonato in questa cosa. 

BOMBETTE DA CINTURA NERA

Le bombette in Puglia sono quasi più diffuse delle orecchiette. Se ne possono mangiare a tonnellate. Non c’è sagra, festa del patrono o evento in cui si serva street food, che non abbia la sua braceria, che produce 7.000 bombette al secondo. Con Expo Milano e lo sviluppo del turismo verso il Salento, sono state sdoganate anche al nord. Ogni zona della Puglia, anzi come tra tradizione italiana, ogni campanile ha la sua variante. La ricetta tradizionale prevede carne di vitello, capocollo, sale, pepe, caciocavallo e prezzemolo. Si avvolge come un tradizionale involtino e si cuoce alla brace o al forno. Tuttavia ne ho assaggiato io stesso una serie di varianti, che nemmeno riesco a ricordare. Una versione che ho assaggiato a l’Antico Borgo, nota e apprezzata trattoria del centro a Cisternino, era anche panata esternamente. E all’interno era stato aggiunto un altro salume o salsiccia. Questa versione, piuttosto ricca di grassi, è infatti tipica delle zone alte, mentre lungo il litorale brindisino, imperversano le versioni più scariche e cotte alla brace. Per gli amanti della carne, da provare.

DALL’ARCHITETTO

Invito in strepitosa location ieri sera in zona Speziale. Si festeggia la presentazione del Cd dei Cantiga de la Serena, band che musica sefardita, di ricerca, scritta e cantata in ladino. Per l’occasione Nabil Bey dei Radioervish ha prestato la propria voce. L’evento si tiene a Ottava Bianca, una masseria di un architetto milanese, che ha deciso di stabilirsi in Puglia con vita e lavoro al seguito. La masseria è in fase di avanzato restauro. Cena di grande semplicità, con prodotti tipici del territorio, orecchiette, pizze ripiene, latticini e dolci, Negramaro fresco e rosolio di carrube a pioggia. E la serata si conclude con il concerto aperto da un pezzo dal titolo “Serena”, presentato dalle parole di Nino Piccolo, padrone di casa e Anfitrione. 

LU SALENTU…LU SULE…LU MARE…LE PIERRE!

 

Ho lavorato come un matto. Lo so che, a vedere le mie foto, scatterebbe la facile ironia. In realtà ho curato seriamente le pierre. Incontrando gente, provando locali, andando a vernici e inaugurazioni, assaggiando prodotti e prendendo accordi con le maestranze, per programmare i lavori durante l’anno e, non ultimo, muovendomi per cercare finanziamenti e finanziatori. È un tour de force. Non so perché, ma questa modalità operativa, a Milano, mi sembra sempre molto più faticosa. Eppure anche nella piccola San Vito (a soli 2 km dalla Tenuta 02) a ogni nuova stagione, succede qualcosa, si aprono nuovi posti. Tradizione e innovazione convivono in una strana armonia: la festa patronale di San Vito (che dura ben 3 giorni, tra luminarie Natale style  e street food vario) sfida i nuovi locali dall’atmosfera contemporanea. Bancarella con bombette a nastro VS bartender con look niuiorchese. E’ il Salento! E’ il Salento che mi piace.

CRONACHE DI UN SUCCESSO ANNUNCIATO. ONE NIGHT AL DOMANI SMETTO

Successo annunciato. Annunciato dalla curiosità degli oltre 1000 post sul blog e sulle pagine Facebook, in un solo giorno. Annunciato dalla condivisione degli amici, annunciato dal passaparola. Da uno stop per due chiacchiere al Domani Smetto, lì per lì, nasce l’dea di fare una one night insieme, Marco Di Gennaro e io. Il mio programma era di rientrare a Milano venerdì, quindi programmiamo per mercoledì sera. Sushi? Qui di sushi bar non ce ne sono. Però il tempo per un minimo di battage proprio non c’è. Ecco che martedì sera, sommerso dal riso da sciacquare e preparare, mi sale la consueta ansia da debutto. Il timore che non ci sia abbastanza gente, a ondate, viene spazzato via dai dati di visualizzazioni del post sui social. Altissimi. Ecco, l’ansia vira in panico, mi sento oppresso dalle aspettative della gente, degli amici, di chi mi conosce e di chi ha solo sentito parlare di me, del cuoco milanese con la barba. Mercoledì è una giornata frenetica di preparazione, i roll da stendere, farcire e porzionare, i continui contatti con Marco. I tavoli sono sold out, il tempura… ecco anche la friggitrice da recuperare. Il Domani Smetto non ha cucina, quindi bisogna preparare in anticipo quello che si può e il resto lo faremo al momento, come in un vero sushi bar. Alla fine è andato tutto come nelle aspettative. È stata un’esperienza intensa e vissuta con molta passione. Grazie a Marco che ha creduto in questa follia. 

ARTE E FOOD IN GALLERIA

 

 

 

 

 

 

Piccolo vernissage in galleria d’arte nel cuore di Brera. Prestigioso? Si. Lavoretto semplice? No. La tensione è la stessa del gran debutto e si somma la logistica complicata. Tavoli di appoggio, appliance, attrezzature inesistenti o quasi. È normale che sia cosi. Bisogna prepararsi un bella check list completa e razionalizzare le cose da fare. Poco o tanto che sia, l’essenziale è che il cibo sia buono, si presenti in modo elegante e, soprattutto, che il cliente sia soddisfatto.

 

IL PACKAGING, IL FABBRO E MARZIA RIVA

E’ uscito pochi giorni fa un lungo e ricco post su La Taverna degli Arna.  

La creatrice del blog – che parla di cucina vegetariana, vegana e crudista – è Marzia Riva. Ha partecipato all’evento sul packaging al fuorisalone, l’ha raccontato e ha parlato anche di me. Succede anche questo nel magico mondo del fuorisalone.

La ringrazio  (è una gentilezza non comune) e mi auguro che capiti presto l’occasione di collaborare. Leggete il post Cestini di patate alla carota e l’Oscar dell’imballaggio